Palmaria SI Masterplan NO: le ragioni di una battaglia

La Palmaria è una piccola isola di alto valore naturale e storico separata dal borgo di Porto Venere da uno stretto braccio di mare. Per decenni sottoposta a vincoli di natura militare è interessata ora dal processo di sdemanializzazione dei beni in uso alla Marina, con molteplici immobili che entrano nella disponibilità del Comune di Porto Venere. Sono stati stipulati accordi per "valorizzare" questi beni ed a tal fine è stato elaborato un piano generale (Masterplan) che contempla essenzialmente uno sviluppo turistico rivolto ad un target di livello medio-alto che, per essere bilanciato economicamente, prevede la vendita diretta ai privati o l'affidamento ultracedennale (70 anni) degli immobili ora dello Stato.

Il rischio è quello di una privatizzazione di larghe parti dell'isola, di un aumento del cemento, di un numero di accessi e di una serie di attività che andrebbero a snaturare gli splendidi e delicati ambienti terrestri e marini che hanno valso all'Isola l'inserimento in un Parco Naturale Regionale e in un Sito UNESCO.

Per impedire che ciò accada e per promuovere un utilizzo della Palmaria in equilibrio con i propri caratteri e con la funzione che svolge nel contesto del Golfo delle Spezia si è formato un gruppo Facebook che in poco tempo ha raggiunto i 13.000 iscritti e che ha raccolto più di 15.000 firme attraverso una petizione online.

La Palmaria

La Palmaria è la più grande isola della Liguria e l'unica abitata. Pur essendo molto vicina alla costa, l'effetto insulare è marcato e la caratterizza dal punto di vista climatico e vegetazionale. Questo aspetto, unitamente al notevole livello di conservazione mantenuto grazie anche alle servitù militari, le hanno valso l'inserimento nel Parco Naturale Regionale di Porto Venere e nel sito UNESCO "Portovenere, Cinque Terre e Isole (Palmaria, Tino e Tinetto)". E' inoltre completamente compresa in una Zona Speciale di Conservazione (sito di interesse comunitario) terrestre e interessata da quella marina "Fondali Isole Palmaria - Tino - Tinetto", oltre che dal Santuario dei Cetacei. Rappresenta di fatto un unicum per il Golfo della Spezia, ormai fortemente antropizzato, ma è molto significativa anche per l'intero arco ligure. A valle della Seconda Guerra Mondiale, dove l'intera superficie venne asservite alla necessità militari (anche con una forma di governo della vegetazione particolarmente severa), l'Isola ha conosciuto una fase di spontanea rinaturalizzazione, tanto che oggi si caratterizza per la sua selvaticità, particolarmente apprezzata dagli amanti della natura, dagli studiosi, dagli escursionisti, dalle scolaresche che la visitano per motivi di studio o di educazione ambientale. Riveste inoltre un particolare interesse per la storia delle fortificazioni del Golfo, ospitando ben otto tra Forti e Batterie, specialmente ottocentesche.

Cos’è il Masterplan

  • Il Masterplan è un “piano generale” realizzato per dare attuazione al Protocollo d’Intesa per la “valorizzazione” dei beni demaniali dismessi dalla Marina Militare sull’isola Palmaria. Non è uno strumento urbanistico previsto dalla normativa vigente, ma solo uno studio di analisi e indirizzo che deve essere poi tradotto in piani e progetti.

  • Ha prodotto una serie di Scenari progettuali, tutti scartati dalla cabina di Regia, la quale ha poi commissionato uno scenario ulteriore, definito 5bis, che è stato approvato dalla stessa

  • Lo Scenario 1, quello potenzialmente a più alta sostenibilità ambientale, è stato invece scartato.

Cos'è il Protocollo d’Intesa

  • E’ l’accordo stipulato tra Ministero della Difesa, Regione Liguria, Comune di Porto Venere e Agenzia del Demanio per definire le modalità di attuazione dell’accordo tra Marina e Comune di Porto Venere volto a “trasformare l’isola in un’attrattiva turistica di altissimo livello, sia nazionale che internazionale”. Prevede che, a fronte dei beni demaniali che passano al Comune, lo stesso si impegni a riqualificare gli immobili che la Marina manterrà sul territorio, compresi gli stabilimenti balneari.

I motivi generali della nostra opposizione

  • Contestiamo l’obiettivo generale di “trasformare l’isola” in una attrattiva internazionale, dove per altissimo livello si intende un profilo di usufruitore molto alto rispetto alla capacità di spesa

  • l’accordo oneroso con la Marina Militare genera come conseguenza la necessità di monetizzare al massimo e alienare praticamente tutti i beni (vendita a privati o concessioni a 70 anni) per realizzare ospitalità e attività rivolte ad una clientela di livello medio-alto

  • ne consegue una privatizzazione di larghe parti dell’isola e una conseguente infrastrutturazione adeguata a offrire servizi alla nuova utenza

  • il cosiddetto “percorso partecipato” che ha affiancato la redazione del Masterplan è stato del tutto insufficiente a garantire una reale inclusione dei partecipanti nel processo decisionale, ma si è tradotto solo in un percorso “di ascolto” dove le idee e opinioni espresse potevano essere eventualmente recepite in base all'insindacabile giudizio della Cabina di Regia (formata da Regione Liguria, Ministero della Difesa-Marina Militare, Comune di Porto Venere nonché Segretariato regionale del Ministero per i beni e le attività culturali e del turismo della Liguria); non era prevista nessuna figura di Garante a tutela di tutte le componenti partecipanti

  • La Palmaria è una delle 7 Aree Strategiche individuate da Regione Liguria, per ognuna delle quali individuare un Commissario straordinario (in questo caso coincidente con il Sindaco di Porto Venere) cui è demandato il compito di agevolare l’attuazione dell’intesa e la realizzazione degli interventi previsti, producendo le relative varianti dei vigenti piani urbanistici e territoriali; lo riteniamo molto rischioso e del tutto inadeguato alla realtà dell'Isola.

Critiche specifiche a quanto previsto dal Masterplan

  • Lo Studio non è supportato da adeguati approfondimenti in merito alla sostenibilità ambientale delle previsioni, tanto che si rimanda a successiva indagine per quanto riguarda ad esempio la capacità di carico dell’isola in merito ai flussi turistici che si vogliono incrementare

  • il Masterplan non sta in piedi economicamente: non è stato dimostrato (perché evidentemente non può esserlo) che la ricaduta di interesse pubblico degli interventi (musei nelle fortificazioni, servizi agli abitanti, ecc) rientri nel bilancio economico; è inoltre assurdo che i servizi essenziali che dovrebbero essere garantiti ad abitanti e fruitori (rifiuti, fogne, "pensiline", manutenzione ordinaria e straordinaria, ...) debbano essere condizionate all'attuazione del Masterplan

  • Il Masterplan prevede un notevole ampliamento delle aree agricole, ben al di là di quelle corrispondenti al fabbisogno delle famiglie dell'isola; addirittura andando ad abbattere e sostituire interi boschi ormai maturi (tra i 50 e gli 80 anni di età) ed altre fitocenosi ormai consolidata ed in equilibrio con le condizioni ecologiche, come riconosciuto dal Piano del Parco e dalla Carta degli Habitat di Regione Liguria.

  • Il Masterplan fa del criterio "non un metro cubo di cemento in più" uno dei suoi punti di forza; non mette ovviamente in evidenza che gli edifici che si andrebbe a "recuperare" sono ormai ruderi (spesso immersi nella vegetazione) che verrebbero abbattuti e ricostruiti di nuovo. Non solo: le norme urbanistiche permettono l'accorpamento dei volumi; chi acquisisce più immobili può abbatterli e costruire un unico edificio molto più voluminoso e impattante

  • Il Masterplan, nello Scenario 5bis commissionato e prescelto dalla Cabina di Regia, prevede una destinazione d'uso della maggior parte degli immobili a ricettività di categoria medio alta (scelta indispensabile per fare cassa), addirittura includendo la Batteria Sperimentale ospitante l'Ostello del CEA, andando così a interrompere una gloriosa esperienza ultra-decennale che ha garantito a persone di tutte le fasce di reddito, scolaresche, scout, ornitologi, gruppi vari, di godere della bellezza dell'Isola e di realizzare esperienze di piena immersione nella natura e quindi fortemente educative

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Che futuro vogliamo per l’Isola

  • La Palmaria deve continuare a rimanere quel “miracolo” che è oggi: una piccola porzione di territorio sfuggita alle logiche della produttività e della speculazione edilizia

  • deve quindi continuare a rappresentare un ambiente selvatico, a testimonianza degli equilibri naturali e delle loro dinamiche

  • auspichiamo una fruizione che permetta a tutti (in forma regolata, per rispettare la “capacità di carico” dell’isola e dei suoi ambienti) di fare esperienze di piena immersione nella natura del Mediterraneo e creare occasioni di apprendimento

  • deve quindi essere un Parco che funzioni, sull'esempio di altre realtà similari come ad esempio il Parco di Port Cros in Francia

  • La Palmaria deve essere manutenuta e dotata dei servizi necessari ad abitanti e fruitori, senza che la realizzazione di questi servizi sia vincolati all'attuazione del Masterplan